La storia dei tarocchi ti riserva sorprese che non immagini. Con questo articolo ti narro le vicende principali.
Sommario
Un’ ipotesi diffusa afferma che i tarocchi derivino da un mazzo di carte da gioco di 78 “lamine” già in Italia nel 1400. Queste carte si sarebbero diffuse (con modifiche) nell’Italia settentrionale, in particolare a Ferrara, Bologna, Milano.
In quest’ultima per merito del Duca Filippo Maria Visconti (1392–1447). In seguito alcuni esoteristi nel 700 avrebbero associato il significato dei tarocchi alla Cabala e ad altre tradizioni esoteriche. In particolare il massone Antoine Court fece risalire i tarocchi ad una tradizione egizia.
Carte insomma concepite per il gioco, di origine italiana e poi diffuse in Europa e in particolare nella città di Marsiglia di cui si conoscono i “Tarocchi di Marsiglia restaurati”, oggi molto diffusi. Solo dopo quelle carte furono usate per la divinazione.
Le ipotesi sulla storia dei tarocchi però non finiscono qui, anzi quella delle carte da gioco secondo me è l’epilogo e non l’inizio.
Mi piace pensare che la realtà storica sia nelle ipotesi di Alejandro Jodorowksy e Philippe Camoin che hanno riportato alla luce e restaurato i tarocchi di Marsiglia e anche per un’ipotesi sostenuta dal ricercatore italiano Carlo Bozzelli.
Sintetizzando al massimo, in questo post che è solo un’introduzione, posso dire che la città Marsiglia fu in realtà un crocevia di culture diverse che già prima del 1400 vennero a contatto tra loro, comprese quelle greche ed egizie, che poi portarono alla creazione del mazzo di carte chiamato Tarot .
Anche la cultura musulmana (come magari specificherò in altri post) contribuì alla creazione dei disegni del mazzo, soprattutto riguardo gli arcani minori.
In particolare fu Giovanni Cassiano, monaco ed eremita, che reduce dai suoi lunghi pellegrinaggi in medio oriente ed Egitto, fondò un monastero, l’Abbazia di San Vittore, a Marsiglia, dove si trovarono custodite quelle conoscenze iniziatiche che diedero vita a certe “Icone”, i tarocchi appunto.
Le carte quindi finirono in mano anche ai Visconti di Milano, dal momento che essi avevano collegamenti familiari in Francia, a Marsiglia.
Seguendo la diffusione del mazzo, il significato originale dei Tarocchi venne meno e il loro uso divenne quello di carte da gioco. Solo nel 700, appunto, ci fu il tentativo di riscoprirne l’utilizzo autentico.
Tuttavia nel XVIII secolo gli esoteristi non disponevano delle versioni originali e inoltre le ristampe dei vari stampatori e “mastri cartai” avevano mano, mano, modificato aspetto e colori originali, dando vita così ad una proliferazione di mazzi che sono divenuti Tarocchi per la divinazione, differenti da quelli originali di Marsiglia restaurati.
I tarocchi sono un libro muto fatto di immagini. Ogni disegno non è casuale, il loro uso è introspettivo perché descrivono caratteristiche umane e quindi vanno ben oltre l’uso meramente “divinatorio” a cui molta gente si accosta con superficialità solo per calmare le proprie ansie. Non si usa una Ferrari per farci il giro del palazzo o, ancora peggio, se non la si sa guidare.
Io uso i Tarocchi di Marsiglia restaurati e la mia è una divinazione sincronica e umanistica, con la quale indico un percorso e cerco assieme al consultante una possibile soluzione ai suoi quesiti.
A mio avviso ogni consulto è nello stesso tempo:
– divinatorio:
– descrittivo\introspettivo;
– prescrittivo.
Questa discorso però è molto lungo e viene sviluppato nella linea editoriale di questo blog sia per quanto riguarda i Tarocchi che l’astrologia.
La storia dei tarocchi è affascinante e bisogna fare del tutto perché questo fascino non sia dovuto solo ad un mistero che deriva da errori o pregiudizi, ma che provenga da una ricerca e da una pratica coerenti e realistiche.
Vi invito ad approfondire con le risorse indicate in bibliografia.
https://it.wikipedia.org/wiki/Tarocchi
Carlo Bozzelli – Il codice dei Tarocchi, Anima Edizioni